27 set 2014

Aperi3A77

Salve! Sono il community manager della 3A 76-77 del liceo classico Dante Alighieri di Ravenna. Svolgo questo incarico solo part-time, eppure la remunerazione è enorme, sproporzionata allo sforzo profuso. Posso dimostrarlo, ho i numeri. Ma lasciate ch'io faccia una breve premessa.


Funziona così: parte l'idea di vederci per una mangiata o anche solo per un'aperitivo, come l'ultima volta. La voce mi arriva e io sfodero l'arma finale: il database!


Negli anni ho collezionato i contatti di TUTTI i miei compagni del liceo: ho almeno il cellulare e la mail. In nove siamo anche su facebook. In dieci usiamo whatsapp sul cell.

L'ultima volta ho messo su un doodle con 4 date e 3 orari per "l'aperitivo di classe" e poi ho fatto una bella mail e un post sul nostro gruppo privato 3A77 su FB. Tengo dietro alle risposte su un google doc. Se qualcuno vuol venire, ma non si arrischia a usare il doodle e si limita a rispondere alla mail o a commentare su FB, vado io in incognito a inserire la sua disponibilità. Funziona. Siamo attorno al 50% di "conversioni", un indice altissimo. C'è da dire che stavolta ho usato anche gli SMS: ho caricato i contatti sul mio account skype plus e via! Salta fuori anche il report di consegna ... ormai sono diventato un vero e proprio apprendista organizzatore di eventi.

Mi trovo dunque a dedicare qualche quarto d'ora a questo tirare le fila, sollecito i silenti, parlo agli indecisi, chiedo conferma via whatsapp, ricordo che mancano ormai 24 ore, annuncio il conto alla rovescia degli ultimi 60 minuti, e per tutto questo tempo (un paio d'ore in tutto, su venti giorni) ... sorrido e pregusto.

Siamo a 3 incontri in 12 mesi. La cena da Roberta, il pranzo da Rita e l'aperitivo da Ferrari. Adesso ho in mente di catturare i "distant fellows" per la ricorrenza del 2 novembre. We'll see. Per ora non avverto alcuna forma di assuefazione, l'emozione è sempre la stessa: intensa, complicata e con un bel retrogusto che mi tiene svampito per almeno 24 ore. Non sembrano passati 40 anni, non sembriamo nè ci sentiamo così vissuti. Non abbiamo compiti da portare a scuola il giorno dopo, li abbiamo già fatti tutti e adesso siamo come in vacanza su una scheggia di tempo; è "lecito" sentirsi così spensierati, in fondo siam ragazzi. Che colpa abbiamo noi?

Ieri sera Ferrari era aperto praticamente solo per noi. Pirez è arrivato per ultimo e poi è dovuto scappare per primo, sempre il solito. Noi siamo rimasti fino alle nove abbondanti. E poi lì davanti a parlare ancora un po' e poi un gelato in piazza, perchè no? Alla fine Antonio, Mazza ed io abbiamo accompagnato la Bezzi e Isabella su per via Diaz, fin davanti al Classico. L'abbiamo guardato, il palazzone "littoriano" del Classico, quelle finestrone del terzo piano. Lui ha guardato noi, ma non ha dato segno di riconoscerci. Bisogna capirlo. Isabella è montata in macchina e via, poi siamo arrivati sotto casa della Bezzi e via anche lei. Abbiamo proseguito per Largo Firenze e infine Piazza dei Caduti.

Mazza ha girato a sinistra, verso la Biblioteca Classense, andava a casa a piedi; Antonio ha girato a destra verso il bar Belli, andava a casa in bici. Io son montato su quel grande marciapiedi davanti alla Guido Novello, la mia scuola media e mi son bloccato lì da solo. Mazza da una parte, Antonio dall'altra, che ne sarà di me?

 
Tutta la spensieratezza della serata mi aveva lasciato completamente senza difese. Ho guardato da sopra la spalla Mazza che spariva dentro via Baccarini e un ultimo saluto mi è morto in gola. Di Antonio vedevo ormai solo la schiena ed era già troppo in là per sentirmi.

Che ne sarà di me, che ne sarà? Ho incassato la testa tra le spalle, ho infilato le mani in tasca e mi son proteso verso via De Gasperi, dove avevo parcheggiato. Via a passo spedito. Mi son fatto coraggio. Mi son fatto forza. Mi son detto ... dai! Dai! E avevo voglia di correre. Avevo voglia di vivere. Una gran voglia, come non avessi mai preso tutte le fregature che ho preso, e poi è arrivata una gran leggerezza, come non avessi mai dato tutte le fregature che ho dato.

Sarà durato un secondo, ma un secondo senza colpe nè cicatrici vale un sacco di tempo. Per tutto questo devo ringraziare voi, compagne e compagni del tempo che ci ha visti innocenti. Ed è per questo che, numeri alla mano, continuerò a fare, part-time, il lavoro di community manager della 3A 76-77 del liceo classico Dante Alighieri di Ravenna.

Alla prossima

11 set 2014

i 10 libri

I 10 libri che ricordo di aver letto con più piacere sono, in ordine cronologico tirando a indovinare:

  1. Quattro chiodi e un po' di ingegno - facili costruzioni per ragazzi - Gino Bertoli; 207 pagine illustrate per costruirsi giocattoli di tutti i tipi. Un "MAKERS!" del 1957. Se chiudo gli occhi posso sentire l'odore del Vinavil.
  2. L'isola misteriosa - Giulio Verne; l'avventura, la solidarietà, il chinino salvifico! La solitudine di Nemo in pensione.
  3. Cronache Marziane - Ray Bradbury; non mi ricordo niente se non che era bello come un bel sogno.
  4. Trilogia della Fondazione - Isaac Asimov; la mia iniziazione alla politica.
  5. La bella estate - Cesare Pavese; parole nitide come pezzi di vetro, mentre la vita si complica, si complica ... sono andato a cercare risposte a S.S.Belbo, da solo, in autostop e un po' è servito. Un po' poco, ma mi son divertito.
  6. Sulla strada - Jack Kerouak. Ho letto tutto Kerouak e tanto Ginsberg e Burroughs e non finivo mai e non son più partito. Per fortuna. Ma ero lì lì. Poi da grande ho riletto La città e la metropoli. Ed era un altro libro. I figli ti cambiano proprio.
  7. Cent'anni di solitudine - Gabo. Il libro che mi ha fatto più compagnia di tutti.
  8. La linea d'ombra - Joseph Conrad. Cento miglia di solitudine. E poi arriva il vento.
  9. Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta - Robert Pirsig. La moderna Recherche. L'antidoto alla paura di trovare. Comunque un libro peso. E Lila è peggio.
  10. Il giovane Holden - J.D. Salinger. E guai a te se cresci, Sig. Caulfield. Ci sarà tempo per quello. Avremo tempo.

Dieci son pochi. Domani mi pento.

PS. Un anno e un giorno senza un post. Resisto benissimo.