12 apr 2013

il vento del cambiamento, le onde della complessità, le piattaforme degli intrepidi


Oggi sono al CNR di Bologna (http://www.bo.cnr.it/), dove 800 ricercatori operano nell'area di ricerca più grande in Italia. Aster (http://www.aster.it/tiki-index.php?page=HomePage), un Ente Regionale che qui ha la sua sede, ha convocato una manciata di blogger invitandoli a raccontare a modo loro la ricerca scientifica e il trasferimento tecnologico. Io mi sono astutamente infiltrato: oggi non vergherò istruzioni per i miei amati carriponte: scriverò invece per il web.

Sono forti qui all'Aster: ritengono di avere difficoltà a comunicare la loro missione; credono di non essere correttamente percepiti, da un pubblico ampio, per il ruolo critico che ricoprono a favore del tessuto produttivo territoriale. E allora hanno deciso di fare un esperimento, chiamando i blogger. Non si sono chiesti “funzionerà?”, magari storcendo il naso con scetticismo. NO. Invece si sono chiesti “come possiamo misurare l'efficacia di questa iniziativa?”. Misurare! Capite? Metodo scientifico. Chi è ASTER? Nasce nel 2002, con una Legge Regionale dedicata all'innovazione, prima in Italia. Ad oggi la nostra regione assorbe il 6% dei costi dedicati alla ricerca, in Italia, e produce il 15% dei risultati scientfici. Questo sì che è un signor ROI (Return On Investment). Cosa fa Aster?

Aster è una struttura della Regione Emilia Romagna che coordina 6 piattaforme dedicate al trasferimento tecnologico.

Piattaforma? Sarebbe a dire? Proviamo con qualche pennellata di colore. Immaginate una zattera tra i marosi e a bordo professori e ricercatori universitari, qualche imprenditore e un tot di amministratori e politici. Le onde della complessità e il vento del cambiamento assediano la piattaforma, ma la gente sopra si dà da fare a trovare una rotta e a raccogliere altri naufraghi. Sono sei le zattere, tutte a portata di voce; si scambiano informazioni e viveri, tengono botta insieme.

Voi dove preferite stare, giovani startupper e stagionati imprenditori? A mollo per conto vostro o a bordo in compagnia? E il trasferimento tecnologico, cos'è?

La ricerca scientifica studia via nuove. Cerca. “Se sapessimo cosa cerchiamo, non sarebbe ricerca” si dice solesse dire Einstein. Col trasferimento tecnologico si sottopone una scoperta scientifica alla prova del fuoco: il mercato. Diventa tecnologia quella scoperta che sopravvive nella competizione ed è compatibile coi nostri valori economici e morali. In questo innesto tra conoscenza e capacità sta l'innovazione: “vedere quello che tutti vedono e pensare quello che nessuno pensa”. Questa frase, pronunciata da Leda Bologni, responsabile “Scenari Tecnologici della Rete”, durante la presentazione dell'iniziativa, mi ha colpito per la sua tersa essenzialità.

Poco dopo il presidente di Aster, Fabio Rangoni, ha detto con orgoglio che se Milano è la capitale del sistema MODA in Italia, allora Bologna è la capitale dell'innovazione e della tecnologia. Elisabetta Toschi ha presentato la piattaforma “Meccanica Materiali”, la più robusta tra le 6 “zattere”, con un equipaggio potenziale di 28 mila imprese per 350 mila addetti e un fantastico trofeo in mostra sul picco più alto: siamo all'avanguardia nel mondo per il packaging. Questa è l’ossatura del nostro sistema produttivo e crea e dà forza ad un indotto robusto. Mi son venuti in mente i nostri contadini dei secoli passati: avevamo qua in Regione un grandioso sistema di irrigazione spontaneamente manutenuto alla massima efficienza perchè tutti, ripeto TUTTI, pulivano il proprio pezzo di canale e si ingegnavano a far scorrere, utilizzare e restituire il prezioso liquido. Si dice che nasce anche da qui la nostra tradizione all’integrazione produttiva e alla solidarietà.

La più piccola e la più giovane delle 6 piattaforme, presentata da Lucia Mazzoni, è quella dell’ICT, abitata dai “digitali”. La nostra Regione ospita solo un migliaio di imprese, mediamente di piccole dimensioni (compresa la mia), di questa tipologia, ma non c’è dubbio che questo sia il comparto più abilitante e infatti ne troviamo massicce dosi in tutti gli altri, dall’agroalimentare (che al packaging deve tanto per gli aspetti della conservazione) alle costruzioni, dall’energia e ambiente alle scienze della vita.

Più scorrevano gli interventi di presentazione, interpuntati dalle nostre domande, più mi sentivo ottimista. Non va tutta a rotoli, dunque, l'economia. Sarà il caso di farlo sapere in giro! Non tutti i capitali stanno fuggendo dal nostro paese. Non tutte le aziende stanno delocalizzando o semplicemente chiudendo o licenziando! Nemmeno il terremoto ha spento l'elettromedicale, anzi ne abbiamo approfittato, con la piattaforma Costruzioni, presentata da una entusiasta Teresa Bagnoli, per spostare il focus su sicurezza e sostenibilità.

Complessità, interrelazione, cambiamento, velocità sono le dimensioni e le direzioni del nostro vivere moderno. Io sono un piccolo imprenditore, amo il mio lavoro che è quello di scrivere software per risolvere i problemi dei miei clienti. So di operare in un settore caratterizzato da un rapidissimo cambiamento, all'incrocio di percorsi che attraversano TUTTI i settori economici. Quando ho iniziato, negli anni ottanta, mi son trovato a cavallo tra due mondi: da una parte i miei amici laureandi in fisica, che avevano importato i primi personal computer dall'America e dall'altra i miei amici ragionieri che per primi avevano osato affidare la contabilità della loro azienda a questi nuovi (ed economici) elaboratori da tavolo. Fare il mediatore culturale tra queste due tribù è stato esaltante: abbiamo cambiato il mercato con la nostra CogInt, la prima contabilità integrata della Romagna! Abbiamo fatto la nostra parte nella “disruption” dei minicomputer e dei servizi contabili: tante piccole aziende hanno potuto risparmiare un sacco di soldi e conoscere meglio e con più immediatezza il loro stato di salute economico. Abbiamo avuto fortuna ad essere lì in quel momento. Eravamo proprio avanti.

Poi le cose si son complicate. Molto complicate. Più concorrenza. Più costi. Ma anche più opportunità, nuove tecnologie,  nuove collaborazioni. Ma è dura, molto dura restare sul mercato. Ci vorrebbe anche un po’ di fortuna, per essere di nuovo lì, al posto giusto, al momento giusto. Io credo che fare ricerca e trasferirla alle aziende sia il modo laico e non superstizioso di augurare buona fortuna agli imprenditori e agli amministratori pubblici, di metterli quanto più possibile vicini al posto giusto nel momento giusto; poi ovvio se la giocheranno loro, si prenderanno le loro responsabilità.

Insomma compagni e amici, fate un salto all’Aster: coltivano dei quadrifogli che sono uno spettacolo! E vengon via con poco, finché sono di stagione.

Buon vento (come si usa dire tra la gente di mare, prima di lasciare la costa per un altro giro di giostra) !

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