Da ragazzo avevo l'hobby della fotografia; oggi pensavo: e se mio figlio e/o mia figlia ce l'avessero anche loro, questo hobby ... come sarebbe diverso adesso !
Cercavamo un hobby, sui 14 - 15 anni, perchè ... non andavamo al bar, lì si cresceva troppo in fretta, donne e motori, bisognava andare a lavorare presto per avere i soldi necessari; non andavamo (quasi mai) in piazza, o a fare le "vasche" in via Diaz, lì non si cresceva mai, donne e vestiti firmati, bisognava essere figli di papà per avere i soldi necessari. Insomma la noia era tra noi, come una ruggine che bisogna grattarsi via.
Cercavamo un hobby tecnico/scientifico, basato su solidi metodi, niente robe spiritiche, ma che non finisse lì, come quelli che si sfidavano a colpi di "io c'ho un carburatore del 16" / "io ho sbassato la testa di 7 decimi"; insomma ci voleva un hobby con cui ... esprimere quello che avevamo dentro !
La fotografia non era un hobby diffuso tra quelli della nostra età: ci volevano dei bei soldi, sia per l'attrezzatura che per i materiali di consumo. Insomma questo hobby normalmente ce l'avevano quelli che andavano già a lavorare e non capivano un granchè di musica, per cui non trovavano divertente passare il tempo ad ascoltare i fruscii sempre più inudibili dell'HiFi sempre più esoterico (e costoso).
Insomma credevamo di essere i primi ! Per cui procedemmo. Ne parlai con Alessando, la mente tecnico scientifica del gruppo: lui era certamente interessato e in futuro avrebbe forse potuto mettere a disposizione per brevi periodi la macchina fotografica del padre, forse (erano anni che aspettavamo la radio trasmittente FM di suo padre radioamatore per fare le prime prove di radio libera, ma forse stavolta si sarebbe riscattato). Ne parlai con Andrea, l'avanguardia culturale del gruppo. Ci aveva già pensato, ma non credeva che la cosa potesse interessarci per cui non ce ne aveva ancora parlato ma ... insomma luce verde anche da lui. Ne parlai con Franco e gli dissi che a maggioranza il gruppo aveva democraticamente deciso di occuparsi di fotografia, per cui serviva lo sgabuzzino di casa sua per le prime prove, che andasse in avanscoperta da sua mamma, notoriamente la più disponibile.
Un pomeriggio, raccolti miei poveri risparmi, mi recai in edicola per l'apertura ufficiale della stagione: urgeva appropriarsi di un mensile per cominciare a capire. "Progresso fotografico" aveva un numero monografico sull'allestimento della camera oscura: era il "segno" che aspettavo. Snobbai "Tutti fotografi", generalista, non incisivo, e "Photo", elitario (ma con delle belle donne nude). Mi chiusi in camera e assorbii l'assorbile. Uscii con un piano minimalista (poca spesa - molta resa) che proposi al gruppo.
(segue)
Oggi, con le macchine digitali, scatti, trasferisci sul computer, ritocchi e ... non stampi neanche: la metti su Internet e la vedono tutti, in meno di un minuto con una spesa di ZERO lire. In una schedina grande come un'unghia c'è posto per centinaia di foto e poi la cancelli e riutilizzi (quasi) all'infinito. Per cui scatti, scatti ...
Cercavamo un hobby, sui 14 - 15 anni, perchè ... non andavamo al bar, lì si cresceva troppo in fretta, donne e motori, bisognava andare a lavorare presto per avere i soldi necessari; non andavamo (quasi mai) in piazza, o a fare le "vasche" in via Diaz, lì non si cresceva mai, donne e vestiti firmati, bisognava essere figli di papà per avere i soldi necessari. Insomma la noia era tra noi, come una ruggine che bisogna grattarsi via.
Cercavamo un hobby tecnico/scientifico, basato su solidi metodi, niente robe spiritiche, ma che non finisse lì, come quelli che si sfidavano a colpi di "io c'ho un carburatore del 16" / "io ho sbassato la testa di 7 decimi"; insomma ci voleva un hobby con cui ... esprimere quello che avevamo dentro !
La fotografia non era un hobby diffuso tra quelli della nostra età: ci volevano dei bei soldi, sia per l'attrezzatura che per i materiali di consumo. Insomma questo hobby normalmente ce l'avevano quelli che andavano già a lavorare e non capivano un granchè di musica, per cui non trovavano divertente passare il tempo ad ascoltare i fruscii sempre più inudibili dell'HiFi sempre più esoterico (e costoso).
Insomma credevamo di essere i primi ! Per cui procedemmo. Ne parlai con Alessando, la mente tecnico scientifica del gruppo: lui era certamente interessato e in futuro avrebbe forse potuto mettere a disposizione per brevi periodi la macchina fotografica del padre, forse (erano anni che aspettavamo la radio trasmittente FM di suo padre radioamatore per fare le prime prove di radio libera, ma forse stavolta si sarebbe riscattato). Ne parlai con Andrea, l'avanguardia culturale del gruppo. Ci aveva già pensato, ma non credeva che la cosa potesse interessarci per cui non ce ne aveva ancora parlato ma ... insomma luce verde anche da lui. Ne parlai con Franco e gli dissi che a maggioranza il gruppo aveva democraticamente deciso di occuparsi di fotografia, per cui serviva lo sgabuzzino di casa sua per le prime prove, che andasse in avanscoperta da sua mamma, notoriamente la più disponibile.

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